Ciassa du belin

Chiunque fosse arrivato a Savona con il treno fino alla fine degli anni novanta, uscendo a piedi dalla stazione ferroviaria, sul lato della piazza principale avrebbe associato con buone probabilità la nostra città ad un paesone di qualche landa desolata di un posto sperduto, in cui il progresso tardava ad arrivare. Ad accoglierlo lo attendeva infatti un polverosissimo piazzale adibito ad un caotico parcheggio, con la particolarità di trasformarsi in impervia palude nelle giornate piovose, non rare per il nostro territorio.

img_5024Questo è stato per anni il volto principale di Piazza Aldo Moro, un avamposto di terrificante benvenuto che probabilmente aveva il pregio di rendere la giusta idea del livello di accoglienza della nostra città per i così detti foresti. Oggi a distanza di tanti anni fortunatamente quel piazzale, anche se a fatica, è stato asfaltato ed addirittura regolamentato con una segnaletica adeguata. Resiste tuttavia nelle immediate adiacenze probabilmente il più grande monumento al degrado che Savona riesca ancora ad annoverare, gli Orti Folconi.

piazza-martiri-inaugurazione-3Percorrendo però la strada principale che conduce al centro cittadino, Via Don Minzoni, si raggiunge immediatamente il primo luogo che potrebbe colpire l’interesse dei visitatori. Ad attenderli una piazza piuttosto grande a pianta rettangolare con uno ampio spazio dedicato ad un prato con al centro un monumento imponente. La stranezza ai giorni nostri è proprio questa, una piazza di queste dimensioni preservata dall’occupazione dalle auto rappresenta già di per se un monumento alla resistenza. Tuttavia il vero monumento all’impresa compiuta dai partigiani durante la seconda guerra mondiale è opera dello scultore toscano Agenore Fabbri, classe 1911.

piazza-martiri-inaugurazioneVolgarmente per i savonesi questa piazza è identificata con una parte anatomica dell’uomo sulla quale, dice un modo di dire ligure, “nu ghe bàtte möi u sû” (non vede mai la luce del sole). La statua rappresenta un uomo che, svestito di ogni indumento, con una forza estrema grazie a muscoli bene evidenziati, apre le sbarre di una metaforica galera liberando il popolo italiano dal giogo fascista.

Il monumento alla Resistenza posizionato in Piazza Martiri per la Libertà, è un’opera in bronzo inaugurata il 20 aprile del 1974 alla cui cerimonia partecipò anche  Sandro Pertini, all’epoca Presidente della Camera. Da allora è diventato il luogo di riferimento cittadino in occasione delle ricorrenze del 25 aprile. Una piazza che, sebbene col passare degli anni non abbia subito grandi variazioni – avrebbe bisogno di una maggiore valorizzazione da parte della amministrazione comunale che potrebbe utilizzarla per eventi turistico/commemorativo/culturali organizzati ad hoc, col doppio vantaggio di coinvolgere in questo modo anche un luogo che, come accade per tutti quelli adiacenti – ha l’unica colpa di appartenere ai quartieri dell’Oltreletimbro, vale a dire estrema periferia: a volte quasi un’altra città.

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1 thoughts on “Ciassa du belin

  1. Quelli di la dal fiume la chiamavano piazza martiri, quelli vicini ciassa du belin, ma per noi era La Piazza…oggi non ha nemmeno piu’ quel nome,oggi è materia impalpabilmente granitica nella memoria di chi ci ha festeggiato le feste dell’unità, tra la terra e gli alberelli divelti dal vento…quanto tempo…quanta nostalgia.

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