Anna Giacobbe, messa in panchina da Renzi

Per lungo tempo è stata considerata l’anima “sindacalista” dei fratelli Giacobbe. Lui, Carlo, attivo nel Pci e nel Pds fino a diventarne segretario provinciale, divenendo poi vicepresidente della Provincia nel doppio mandato Garassini (sì, l’attuale amministratore di ATA di area leghista…) e poi sindaco di Vado Ligure, con una parentesi da consigliere comunale a Varazze, mentre lei, Anna, presente in Cgil fino a diventare, nel 1994, segretaria della Camera del Lavoro di Savona e dal 2002 al 2008, segretaria regionale. Una figura da sempre, tuttavia, vicina ai Ds e poi al Pd.

Nel 2013, in piena era Bersani, Anna Giacobbe appariva come la donna giusta al momento giusto. Conosciuta sul territorio e vicina alle istanze della sinistra savonese, era infatti al secondo posto della lista – sempre bloccata – dei candidati democratici alla Camera, dopo lo spezzino Andrea Orlando, futuro – ed attuale – ministro. Tuttavia, si sa, dal 2013 al 2018 il vento è cambiato. Bersani non è più nel Pd, Renzi è il dominus del partito e, da presidente del consiglio, ha imposto politiche non proprio in linea con quello che sarebbe stato il pensiero della Anna Giacobbe sindacalista: “jobs act” e “buona scuola” tra tutti.

Tuttavia, non aver mai preso una chiara posizione nei confronti del liberismo renzista – sia in senso di un definitivo “salto della quaglia” sia verso un ritorno alle posizioni originarie – non le ha certamente giovato. Alle prossime elezioni, infatti, non troveremo il nome di Anna Giacobbe sulla scheda per la Camera dei Deputati. Spostata al Senato, in una posizione che ne non garantisce l’elezione in prima battuta: seconda in lista, dovrà sperare in un grande risultato del Pd ligure che difficilmente riuscirà ad ottenere due seggi, sui quattro in lizza del collegio plurinominale.

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