Savona, 1984: la tragica corsa del treno 

Per lungo tempo è stato ospitato in varie zone della stazione, chiuso nella sua teca di vetro, circondato da una barriera di corda, tenuta su con pali fatti di pezzi di binario, per evitare che qualche viaggiatore frettoloso lo scontrasse e lo facesse finire a terra. È il monumento dedicato alle vittime dell’incidente ferroviario dell’11 gennaio 1984, un evento dimenticato come la scultura che lo ricorda, realizzata dal ferroviere e ceramista Sergio Gaibazzi, ora posizionata sul primo binario della stazione di Savona.

La scultura ricorda un tragico incidente. Un convoglio di servizio, composto da un locomotore, un tender con gruppo elettrogeno e tre vagoni carichi di macchine operatrici e materiale edile, diretto da San Giuseppe di Cairo a Savona, improvvisamente ruppe i freni, all’altezza di Maschio. A causa della forte pendenza della linea il convoglio raggiunse in poco tempo una velocità elevata, poi stimata dagli inquirenti in quasi 100 chilometri all’ora.

La drammatica corsa duro quasi dieci chilometri, durante i quali i ferrovieri presenti sul treno attraversarono la stazione di Mongrifone evitando qualsiasi pericolo per i passeggeri lì presenti. Alla fine il tragico epilogo, con lo scontro con dei vagoni in sosta a Parco Doria. Si conteranno due morti, il ferroviere ventisettenne Aldo Coppola e il trentaduenne Giorgio Prisco, dipendente dell’impresa di costruzioni, oltre al ferroviere Franco Manguardia, che riuscì a saltare giù un istante prima dell’impatto. La vicenda lasciò sbigottiti anche per la dinamica: durante i 10 chilometri di corsa, nessuno si accorse di quanto stava accadendo.

da l’archivio storico de LA Stampa del 12.01.1984

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