Transylvania, la nave che visse due volte

La più grande nave da trasporto truppe che abbia mai solcato i mari. Un record ancora imbattuto, quello della SS Transylvania. Costruita nel 1914 come transatlantico passeggeri, viene requisita pochi mesi dopo il varo dalla Royal Navy britannica. Nel suo ultimo viaggio, iniziato il 3 maggio 1917, avrebbe dovuto trasferire soldati e crocerossine da Marsiglia ad Alessandria d’Egitto. Il destino, ma soprattutto un U-Boot, decideranno però diversamente.

img_1692Nella tarda mattinata del 4 maggio, mentre il piroscafo procede al largo dell’Isola di Bergeggi scortato da due cacciatorpediniere giapponesi, il Matsu e il Sakaki, viene intercettato dall’U-63 della Kriegsmarine, comandato dal tenente di vascello Otto Schultze. Dal sommergibile tedesco parte un siluro che colpisce la nave all’altezza della sala macchine, aprendo una grossa falla e facendola sbandare. Le due navi di scorta cercano di intercettare l’aggressore, ma invano: addirittura il sottomarino riesce a riavvicinarsi dopo mezz’ora dal primo assalto, mentre il Transylvania cerca affannosamente di guadagnare la costa, e lancia un secondo siluro, prima di dileguarsi definitivamente. La nave inglese scompare tra le onde alle 12,30, circa un’ora e un quarto dopo il primo siluro.
img_1688I naufraghi vengono messi in salvo grazie all’opera degli equipaggi delle due cacciatorpediniere giapponesi, delle navi da guerra italiane “Corazziere” e del “Garibaldino”, di due rimorchiatori partiti dal porto di Savona, ma anche dei molti pescatori delle vicine località rivierasche che decidono di mettere la barca in mare per prestare soccorso. Alla fine mancano all’appello 407 persone, tra morti e dispersi. I superstiti (tra cui anche la mascotte del piroscafo, il cagnolino Tom) raggiungeranno con le imbarcazioni dei loro salvatori diverse destinazioni: i soccorritori “istituzionali” raggiungeranno infatti il porto di Savona, mentre i gozzi – a causa delle condizioni meteomarine decisamente avverse – dovranno dirigersi verso le spiagge di Noli, Varigotti e Bergeggi.
img_1681Oggi nel Cimitero di Zinola sono sepolte una parte delle vittime di quella tragedia, in quello che è comunemente chiamato “il campo degli inglesi”. Qui le candide lapidi contornano un’alta croce in marmo bianco, su cui sono incisi i nomi dei dispersi. In una nicchia, posta nel muretto che racchiude l’area, è presente uno sportellino. Aprendolo si trova un registro dove, chi lo vuole, può lasciare un pensiero. Sul promontorio posto di fronte all’Isola di Bergeggi è invece posta una croce commemorativa, sulla cui lapide si legge: “A circa due miglia E.S.E. da questo punto, il quattro maggio 1917 il trasporto britannico Transylvania venne affondato dal comune nemico”. Un altro monumento, a ricordo di quei tragici fatti, venne fatto erigere otto anni dopo l’affondamento dal img_1690Comune di Spotorno nei giardini pubblici. L’opera, però, venne distrutta dai fascisti nel 1936, come “dimostrazione” contro le “inique sanzioni” imposte dalla Società delle Nazioni all’Italia per l’invasione dell’Etiopia. Un atto spregevole e vigliacco.
Il relitto del Transylvania è stato individuato solo pochi anni fa, nell’ottobre 2011, grazie all’opera dei carabinieri subacquei di Genova e l’utilizzo di un minisommergibile teleguidato. La nave giace a 630 metri sotto al mare ed è diventata una colonia di coralli profondi, anche volgarmente noti come coralli bianchi. Un piccolo segno della vita, che cerca rivincita sulla morte e sugli orrori della guerra.
donald-trump-mmigrant-motherTuttavia, gli inglesi – dopo la perdita del primo Transylvania – hanno provato a non darla vinta ai tedeschi affondatori, creando un Transylvania 2, quasi come un’araba fenice che rinasce dalla proprie ceneri. La nave, varata nel 1925, ha anche avuto un piccolo ruolo nella storia dei nostri giorni: nel 1930, infatti, proprio su quel piroscafo si è imbarcata Mary Ann MacLeod, una diciassettenne scozzese che aveva deciso di tentare la fortuna negli Stati Uniti. Chi sarebbe questa ragazza? La madre di Donald Trump, l’attuale presidente USA. Per le bizzarrie degli eventi, però, come il primo Transylvania, anche il secondo è stato requisito dall’Ammiragliato britannico e trasformato in un “incrociatore mercantile” per esigenze belliche. E proprio come il suo predecessore, il 10 agosto del 1940 è stato affondato da un siluro lanciato da un sommergibile tedesco, al largo di Capo Malin, il punto più settentrionale d’Irlanda. Moriranno 36 persone, mentre oltre 300 saranno salvate dai pescherecci. Un destino comune, cinico e irridente, per due navi unite non solo dallo stesso nome.
img_1693
img_1691
img_1689
transylvania-1925

transylvania del 1925

1 thoughts on “Transylvania, la nave che visse due volte

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.