Villapiana: la musica è finita 

Ci sono alcuni gioielli Liberty che ogni buon savonese conosce: il Palazzo dei Pavoni o il Palazzo Delle Piane, volgarmente conosciuto come “delle palle” sono nell’immaginario collettivo di ogni cittadino. Ci sono poi palazzi dello stesso stile che non tutti conoscono: per esempio il Palazzo dei Gatti. Ci sono infine perle dell’art déco che solo pochi saprebbero indicare: una di quelle queste è Palazzo Verdi, posto all’ingresso dell’omonima via.

La lottizzazione dell’area con la contestuale realizzazione di una strada alternativa a via Torino, per evitare ai traffici diretti in Piemonte la strozzatura dei passaggi a livello ferroviari, avvenne a partire dal 1911, contestualmente ad una simile operazione che avrebbe portato all’edificazione del quartiere della Villetta. Con una importante differenza. Mentre quest’ultima zona era dedicata al nuovo ceto medio e medio-alto, con palazzi di maggior pregio e più finemente rifiniti, il quartiere costruito a partire da quello che era il Borgo d’Alto e che oggi conosciamo come Villapiana avrebbe ospitato la classe operaia: niente stucchi o mosaici, al massimo qualche variazione sul tema attraverso gli affreschi.

È proprio in quest’ultima casistica in cui rientra Palazzo Verdi, che “apre” la via dedicata al celebre compositore, occupandone i civici 3 e 5 ed il civico 26 di via Milano. La costruzione dell’edificio iniziò nel 1913, esattamente a cento anni dalla nascita del Maestro. Sulle due facciate sono presenti decorazioni che ricordano le maggiori opere, dal Nabucco al Don Carlos, dal Trovatore alla Traviata, mentre due arazzi dipinti celebrano l’Aida e il Rigoletto, il tutto intarsiato da immagini dedicate al mondo della musica.

Nonostante il palazzo, così come descritto, possa apparire molto scenografico, purtroppo oggi sfugge ai più, e non per loro colpa. Mentre la facciata principale, che si affaccia sull’omonima via, non ha mai visto mano umana avvicinarsi per un intervento manutentivo, la parte dell’edificio esposta su via Milano è stata sì ristrutturata, ma senza che le immagini, un tempo presenti, fossero adeguatamente salvaguardate. La speranza è che futuri interventi sappiano ricostruire e mettere nuovamente in adeguato risalto gli affreschi che adornavano la costruzione. In un quartiere sempre più depresso ed abbandonato a sé stesso, sarebbe bello poter contare su una nota di colore storico di così alto livello.

 

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.