Matteo in arte Margaret

Come dare torto a chi dice che l’abolizione (o meno) dell’articolo 18 non è una questione di primaria importanza?

Rincresce dirlo, ma la fetta di persone che può avvalersi delle tutele dello Statuto dei lavoratori (et similia) è, di giorno in giorno, sempre più piccola. Il problema sta quindi a monte. Negli ultimi 20 anni, tutti i governi che si sono succeduti hanno contribuito – chi più chi meno – a ridurre i diritti dei lavoratori.

Si badi bene: si parla di diritti, non di “rendite di posizione”, quelle spesso intoccabili ed intoccate. Questo perché, è innegabile, l’agenda politica dell’ultimo ventennio è stata dettata da Berlusconi, dalla sua immagine di “uomo del fare”, in antitesi con la palude della politica. Eppure l’ultimo saluto dell’Italia al sistema di diritti e tutele sociali, per raggiungere un sistema pienamente liberista non si è avuto. Si è venuta a creare una realtà fragile, dove i deboli sono sempre più deboli.

Oggi però tutto questo sta per finire. L’Italia, infatti, può esprimere il governo più genuinamente thatcheriano di sempre. Una destra genuina, più berlusconiana dello stesso Silvio, che attua il programma del centrodestra nascondendosi dietro una maschera di progressismo. Praticamente la quadratura del cerchio.

Ora resta solo da vedere fino a quando gli elettori di sinistra, presupponendo che ne esistano ancora, resteranno fedeli a questo simulacro.

Matteo Lai

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