Genova: il Ponte dei Sospinti

di Osvaldo Ambrosini.

Se Venezia è famosa nel mondo per il Ponte dei Sospiri (ovviamente non solo per questo), che collega il Palazzo Ducale – cuore della Repubblica di Venezia – alle carceri, Genova passerà alla storia per un ponte, o meglio un viadotto, che verrà ricostruito nei prossimi mesi (magari anni cit. Toni Nelly) ancora senza nome ma che verrà battezzato all’atto della sua inaugurazione. Per questo motivo il commissario straordinario per la ricostruzione, il sindaco di Genova Bucci ha indetto un concorso di idee a cui tutti possono partecipare per suggerire il nome del nuovo ponte che verrà ultimato entro l’inizio del 2020.

Esclusi dal concorso nomi come Viadotto Polcevera, perché così si chiamava quello crollato, e ovviamente anche Ponte Morandi, visto che entrambi evocano un triste ricordo: tuttavia c’è chi vorrebbe fosse intitolato al giorno della tragedia, Ponte 14 agosto 2018, perché mai venga dimenticata una data così tragica per la città e per il paese intero.

Allora anche il nostro blog nel suo piccolo vuole partecipare al concorso, proponendo un nome effettivamente un po’ polemico ma che descriverebbe abbastanza bene quanto accaduto da quel 14 agosto ad oggi. Mesi in cui il commissario Bucci ha maturato la scelta di assegnare l’incarico per la ricostruzione senza dover passare attraverso gare, bandi, concorsi di idee, senza dover rispettare alcun codice degli appalti e soprattutto senza neppure dover giustificare scelte o motivare decisioni grazie proprio allo status giuridico del suo ruolo che gli conferisce un’autonomia unica, forse anche esagerata.

Sarà la Salini – Impregilo in collaborazione con Fincantieri ad avere l’onere e l’onore di ricostruire il ponte grazie ad un progetto ‘regalato’ alla città dalla genovesissima Archistar Renzo Piano. Fa niente se fossero stati presentati altri progetti esteticamente più belli, architettonicamente più moderni, economicamente meno costosi e che avrebbero garantito talvolta anche tempi più brevi per la ricostruzione. Il commissario ha deciso e non si può discutere. Oddio qualche perplessità sulla scelta è legittima, non fosse altro che per le motivazioni che tardano ad arrivare. Ci si chiede come si possa aver potuto rifiutare i progetti della Cimolai di Pordenone che presentava tre opzioni firmate Calatrava che avrebbero fatto del ponte un autentico marchio per la città alla stregua del London Bridge (Londra), del Ponte di Brooklyn (New York) o del Golden Gate (San Francisco).

La nostra proposta è quindi “Ponte dei Sospinti”, perché mai come in questa occasione si è avuta la netta sensazione, fin dall’inizio, che il ponte voleva essere affidato a coloro che effettivamente hanno poi ottenuto l’incarico.

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