Le finte riforme di Renzi non cambiano la polizia

di Matteo Lai.

Tra le molte riforme promesse da questo governo e poi trascurate, alterate, abbandonate o semplicemente rese inoffensive ce n’è una che – forse – è l’emblema stesso dell’incapacità parolaia dell’esecutivo.

accorpamento_polizia_ansa_grandeTroppe cinque forze di polizia nazionali, più due locali, si era detto. I numeri parlano chiaro: con le 95 mila unità della polizia di Stato, i quasi 120 mila carabinieri, i 70 mila membri della guardia di finanza, i 45 mila componenti della polizia penitenziaria, le 7.500 guardie del corpo forestale dello Stato, oltre alle polizie locali, suddivise tra la polizia municipale (55 mila dipendenti circa, ma il dato non è preciso per l’assenza di un’unica “anagrafe”) e le 2 mila unità della polizia provinciale (il tutto senza considerare i corpi forestali delle Regioni autonome), dovremmo essere uno dei Paesi più sicuri al mondo. E invece.

Già. E invece no, perché, si può facilmente immaginare, la divisione delle varie forze di polizia aiuta solo a favorire le sovrapposizioni di competenze, le moltiplicazioni di personale da destinare agli uffici per gestire un carico burocratico sempre più imponente, la nascita di “zone grigie” in cui nessuno controlla, il tutto a solo uso e consumo della politica del “divide et impera” e degli alti papaveri, ovviamente a discapito dei cittadini e degli operatori di polizia stessi.

cappelliPer superare questa situazione l’ottimo Renzi aveva proposto un accorpamento tra le varie forze. Si pensava a una robusta razionalizzazione, magari sull’esempio della vicina Francia che ha la polizia nazionale, la gendarmeria (la versione transalpina dei carabinieri) e la polizia municipale, organizzata su base nazionale.

Si è invece deciso di prendere la solita scorciatoia, sacrificando il classico vaso di coccio tra vasi di ferro: ad essere sciolta in un altro corpo sarà la sola Forestale. Giusto per poter dire che qualcosa si muove, tuttavia senza un disegno organico di trasformazione. Ben altro sarebbe stato l’impatto se la direzione fosse stata quella di portare a due le polizie nazionali, una a ordinamento civile e una a ordinamento militare, riorganizzando contestualmente il mondo della polizia locale. Ma alla politica degli annunci basta il risultato minimo: una sola unificazione, senza reali riforme, da sbandierare ai cittadini in vista delle elezioni regionali. Intanto la sicurezza può attendere.

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