Casa del volontariato sì, asilo nido no

di Matteo Lai.
In molti, se non tutti, ricorderanno quando ad inizio 2017 la giunta Caprioglio decise che l’asilo nido di Villapiana avrebbe chiuso i battenti. Sindaco, assessore e dirigente affermavano infatti che la struttura non era più a norma e che gli interveni di messa in sicurezza sarebbero stati troppo onerosi: si parlava di quasi mezzo milione di euro.

Da quella chiusura derivarono una serie di conseguenze che la città paga ancora, con la dismissione dell’asilo più grande ed al servizio del quartiere più popoloso: in primis la perdita di circa cinquanta posti destinati ai piccoli del nido, la cancellazione di una realtà consolidata, il ritorno della Scuola Materna nel plesso di via Verdi – da cui era stata trasferita poco tempo prima – con conseguente sperpero di denaro pubblico, oltre alle ricadute logistiche sulle famiglie per portare in altri plessi, più distanti, i bambini, con impoverimento del territorio e aumento del traffico e, quindi, dell’inquinamento. Non proprio un successo ma – si sa – mala tempora currunt…
Oggi però scopriamo che – invece – per altri scopi, ovvero quelli nobilissimi del volontariato e del terzo settore, il fu asilo nido è pienamente agibile. Forse sono stati compiuti lavori di mera manutenzione ordinaria, forse no. Tuttavia l’edificio riapre al pubblico e “le associazioni avranno a disposizione oltre alle sedi, anche una sala per riunioni e per corsi di formazione”, così ci informa l’assessore Romagnoli, delineando quindi una flessibilità della struttura a 360 gradi.
A distanza di due anni da quella fatidica decisione di tagliare un servizio essenziale alle famiglie, questa inaugurazione fa riassaporare l’agre gusto di ciò che già allora venne vissuto come una imposizione dovuta più alla volontà di tagliare sul sociale che a reali esigenze di sicurezza. Lo stupore, oggi, è molto grande.

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