Monica Giuliano, tanto tuonò che piovve

Chi oggi si sorprende di certe scelte, o ha vissuto gli ultimi anni all’estero, oppure è un vecchio arnese della politica, ancora ancorato alle ideologie del secolo scorso o, peggio, vive ancora nella stupida illusione che in politica destra e sinistra siano due campi ben distinti, basati su principi difficilmente negoziabili.

Avevano forse ragione i grillini allora? E non quando dichiaravano che avrebbero aperto il parlamento come una scatoletta di tonno, senza rendersi conto di essere loro stessi i tonni, bensì quando sostenevano il principale mantra dell’antipolitica: destra e sinistra sono categorie superate.

Tra chi criticava questa posizione c’era anche una giovane sindaco, esponente emergente del Partito Democratico savonese, in uno di quei pochi comuni della provincia rimasto da sempre nelle mani della sinistra, anche quando a guidarlo fu un’esperienza civica frutto di lotte ambientaliste.

Eppure qualche segnale lo avevamo avuto, Monica Giuliano, con un background che parla da solo, ha ricoperto contemporaneamente la carica di sindaco di Vado Ligure e il ruolo di primo presidente della Provincia di Savona dell’era Del Rio, grazie anche al sostegno del principale esponente del centrodestra locale, nonché presidente della provincia uscente, Angelo Vaccarezza.

Il secondo indizio in occasione delle ultime amministrative, complice la pericolosa ascesa della destra a trazione leghista in campo nazionale e la paura di non farcela, spinse il sindaco vadese a stringere accordi con il consigliere regionale Vaccarezza, ancora lui, che ha potuto inserire nella lista civica della Giuliano alcuni uomini di fiducia, con l’impegno che avrebbe fatto in modo che a Vado Ligure il centrodestra non si presentasse autonomamente, è così fu.

Il terzo indizio, che è più che altro un piccolo dettaglio, qualche settimana fa in occasione della partecipazione alla ‘spaghettata antifascista’ nella SMS di Zinola, del candidato della coalizione giallorossa alle regionali di settembre, Ferruccio Sansa. Quella sera Sansa ha incontrato a Porto Vado il sindaco di Bergeggi, Arboscello, la cui candidatura è stata poi ufficializzata qualche giorno più tardi, ma la cosa che ha fatto senza dubbio più rumore è stata l’assenza del sindaco di Vado Ligure ancora oggi esponete del principale partito che sostiene la candidatura di Sansa.

Insomma segnali ne aveva dati abbastanza, bastava leggerli, come la partecipazione a luglio a Varazze insieme al sindaco Alessandro Bozzano – passato da Pd al centrodestra e oggi candidato alle regionali nella lista Toti – in occasione della presentazione del progetto per la realizzazione della nuova passeggiata a mare, insieme al Presidente Toti e dell’onnipresente Vaccarezza o ancora i rumors giornalistici che davano la Giuliano come prossimo candidato sindaco di Savona scelta dal centrodestra.

Ieri l’epilogo. Sulle pagine Facebook Monica Giuliano, dopo essersi pubblicamente sfogata con un post sulle sue scelte politiche riferite alle regionali, invitata ad esprimersi chiaramente sulle proprie intenzioni di voto, dopo aver specificato di far parte di quella frangia del Pd savonese che non ha digerito la candidatura di Sansa, ha finalmente fatto coming out. Penserete voi che abbia dichiarato il sostegno per Massardo (candidato sostenuto da Italia Viva, +Europa e dei Socialisti)? Niente affatto, il sindaco di Vado Ligure Monica Giuliano, iscritto al Pd, voterà per il presidente uscente Toti.

Mette male ritrovare in questa scelta la giovanissima assessore delle giunte Peluffo e, poi, Giacobbe – “mostri sacri” del PCI-PDS-DS e poi del PD – nonché rampante esponente sempre di quel partito. Oggi però il Pd vadese e savonese è chiamato a “battere un colpo”, oppure a sancire la propria marginalità nella politica locale, attestando la propria definitiva trasformazione in un vuoto contenitore, dove ognuno fa ciò che gli pare.

Certo, alla luce degli ultimi fatti, viene quasi da chiedere scusa a Bozzano.

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