Tirreno Power: “Colpa d’Alfredo!”

di Osvaldo Ambrosini.

Il più “grande” premier che la sinistra Italiana potrà mai ricordare, Renzi, è anche l’autore della più grande riforma di “sinistra” del mondo del lavoro nel nostro paese. Dove non erano arrivati i vari Treu, Biagi, Fornero e Poletti, c’è riuscito il Matteo fiorentino che fa felici in un colpo solo Confindustria, la Merkel e la Troika, scontentando i sindacati e la quasi totalità dei lavoratori.

Ma è proprio in questo clima di “certezze decrescenti”, in cui i sindacati dovrebbero dare il meglio per rappresentare i lavoratori in un mondo del lavoro sempre più simile ad una giungla, in cui è più facile sopravvivere da “pratici” o da “yes man”. Al contrario sarà sempre minore la considerazione per gli onesti e capaci, ma che nutrono ancora velleità nel difendere la propria dignità professionale.

La Stampa  ed. Savona 24.07.2015

La Stampa ed. Savona 24.07.2015

Probabilmente è il caso di non sottolineare troppo che le controriforme del governo (jobs act, la buona scuola, l’Italicum, il Senato ridotto a rango di un dopolavoro di nominati) se le avesse fatte Berlusconi, i sindacati – Cgil in testa – avrebbero proclamato chissà quanti scioperi, portandoci a spasso in corteo numerose volte. Questo per non parlare della scomparsa di movimenti spontanei di piazza come i “girotondi” (a proposito: che fine han fatto adesso i vari Nanni Moretti di allora?). Eppure sono proprio questi momenti di crisi e di incertezza quelli in cui ci si aspetterebbe qualcosa in più dai nostri rappresentanti sindacali in termini di trasparenza, di coraggio e di onestà.

Accade invece che alcuni sindacalisti, dopo numerose riunioni con i lavoratori o con le RSU, si incontrino con i datori di lavoro separatamente per discutere di svariati argomenti, orari di lavoro, indennità, turni, dispositivi dpi, piante organiche, piani industriali, buoni pasto eccetera eccetera.  Insomma è vero, contrattare le decisioni aziendali spetta ai rappresentanti sindacali che hanno un potere piuttosto vincolante nei confronti dell’azienda, anche quando l’azienda coincide con lo Stato (purtroppo negli anni in questo settore il potere contrattuale è via via diminuito, relegato oggi ad un misero ruolo concertativo).

ILSECOLOXIX, ed. Savona 24.07.2015

ILSECOLOXIX, ed. Savona 24.07.2015

Quindi nulla di cui stupirsi quando dalle intercettazioni emerge che anche in Tirreno Power lo strumento delle contrattazioni separate era utilizzato ampiamente dai vertici dell’azienda e di un (forse anche altri?) sindacato/sindacalista. Tavoli per discutere con l’azienda tra enti locali, amministrazione regionale e sindacati se ne sono “aperti” tanti in questi anni. Nessuno però avrebbe mai immaginato che ce ne fossero anche di quelli pieghevoli “modello picnic” da poter essere aperti nelle piazzole di sosta degli autogrill, prima dell’alba o a notte fonda, in modo da restare lontani da sguardi e orecchie indiscrete.

Il Fatto Quotidiano del 15.07.2015

Il Fatto Quotidiano del 15.07.2015

Occorre tuttavia ricordare che la pratica delle contrattazioni separate non la inventano certo in Tirreno Power. È sempre esistita – e, purtroppo, sempre esisterà – sia nel settore pubblico che in quello privato, per vari motivi: perché in certi ambienti prima o poi ci si conosce tutti, perché è ancor più facile conoscersi in realtà di dimensioni ridotte come quella della provincia di Savona, perché è un mal costume italico “allacciare” rapporti di confidenza con la controparte piuttosto che mantenerne un rispettoso distacco e, soprattutto, perché i vertici dei sindacati (o i lavoratori che ricoprono incarichi di rappresentanza grazie ai distacchi) sono per lo più occupati sempre dalle stesse persone e per molto, troppo tempo, incarichi “ad honorem” che decadono con il pensionamento. Quando si parla di rinnovamento del sindacato è questo probabilmente il primo punto su cui bisognerebbe intervenire, la vita attiva all’interno del sindacato dovrebbe rappresentare una piccola parentesi (al massimo pochi anni) rispetto a quella lavorativa per non diventare un “rifugio” che inevitabilmente fa perdere la percezione reale del mondo del lavoro o, peggio ancora, per essere utilizzata come trampolino per la politica.

Corriere della Sera 24.07.2015

Corriere della Sera 24.07.2015

I giornali raccontano che mentre Tirreno Power cercava di guadagnare il più possibile prima di chiudere e lasciare tutti a casa, alcuni sindacalisti non ne sapevano nulla, altri invece reggevano il sacco alla proprietà. Allora sarà bene ripensare alle parole del premier Renzi quando, qualche mese fa’, pontificava sull’opportunità di un sindacato unico e, prima di rispondergli difendendo l’utilità di questi corpi intermedi, capire chi sono stati i primi ad averli così tanto sviliti e umiliati, non i lavoratori, neppure i “padroni” e neanche il Governo, ma loro stessi.

Oggi resta la speranza di veder fatta chiarezza, velocemente, su tutta la vicenda Tirreno Power e perché no conoscere anche l’identità di questo misterioso sindacalista da autogrill che “non parla neanche bene l’italiano ma si vede che si fa capire bene quando vuole” (parafrasando Vasco Rossi). Certo non potrà soltanto essere stata “Colpa d’Alfredo!”

Il Fatto Quotidiano 25.07.2015

Il Fatto Quotidiano 25.07.2015

 

 

1 thoughts on “Tirreno Power: “Colpa d’Alfredo!”

  1. Negli ultimi vent’anni solo sindacadalisti possono ringraziare i sindacati, certamente non i lavoratori, forse anche a Vado i lavoratori cominciano a capire chi ha contribuito ad affossarli.

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