Perché, Rita?

di Matteo Lai.

Chi ha qualche anno in più, o semplicemente è un amante degli anni ’60, ricorderà le sue performance canore con “La partita di pallone”, “Sul cucuzzolo”, “Alla mia età”, “Come te non c’è nessuno”, oltre che lo sceneggiato dedicato a “Il giornalino di Gian Burrasca”, dove era diretta da Lina Wertmüller, con musiche di Nino Rota orchestrate da Luis Bacalov. Sigla di questo autentico cult televisivo è il brano Viva la pappa col pomodoro. Continua a leggere

Il ritorno di Sciaboletta

di Matteo Lai.
Le monarchie, si sa, sono indecenti rottami della storia. Prevedono che un uomo (o una donna) si elevi sopra gli altri non già per nessun altro merito, che non sia quello di nascita. Ne resistono ormai poche, per lo più proprio in Europa: oltre a quelle presenti negli Stati da operetta – Lussemburgo, Liechtenstein, Monaco, Vaticano – ne annoveriamo alcune ormai meno che simboliche in Olanda, Belgio, Svezia, Danimarca e Norvegia, oltre che due regni “pesanti” come il Regno Unito e la Spagna, indicata direttamente da Franco come unica forma di Stato possibile, alla sua morte, pur di evitare il ritorno alla Repubblica da lui distrutta.

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Animali notturni savonesi

di Osvaldo Ambrosini.

Nel giorno in cui finalmente il parlamento ha approvato la legge grazie alla quale l’inno del genovese Goffredo Mameli, il “Canto degli Italiani” – meglio conosciuto ormai come “Fratelli d’Italia” – viene stabilizzato dopo più di 70 anni di precariato, diventando ufficialmente inno nazionale, a Savona gli animali notturni di Forza Nuova hanno nuovamente esposto alcune scritte tipiche di una subcultura di estrema destra. Continua a leggere

La Coppa Scaramuzza

di Osvaldo Ambrosini.

Subito dopo il triplice fischio finale dello spagnolo Lahoz di lunedì scorso, che sanciva l’eliminazione della nostra nazionale di calcio dal prossimo mondiale, mentre sul prato di San Siro da una parte guardavo attonito correre festanti i giocatori svedesi e dall’altra Belotti e Buffon in lacrime, ho pensato che forse è stato meglio così. Meglio uscire nelle qualificazioni piuttosto che perdere malamente ai mondiali, perché con Ventura, come molti hanno pensato, più che una figuraccia non avremmo potuto fare. Continua a leggere

L’affondamento del “Tito Campanella”

E’ il 14 gennaio 1984 quanto la nave mercantile “Tito Campanella”, della società savonese Alframar si inabissa nel Golfo di Biscaglia, portando con sé in fondo al mare le 24 persone dell’equipaggio, tra cui una donna, moglie del comandante e primo ufficiale. Per lungo tempo i motivi della disgrazia rimangono oscuri: nessun testimone, nessun superstite, nessuna comunicazione radio che abbia fatto presagire quanto stava accadendo. Probabilmente, tutto si svolge in pochi minuti, nel corso di una tempesta con mare forza 8 con onde alte oltre 10 metri.

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