Toti, in Liguria per non perdersi

di Osvaldo Ambrosini.

Non sappiamo bene come Giovanni Toti – 49 anni toscano di nascita e ligure di adozione, da tre anni presidente della regione Liguria e con un passato nel mondo dell’informazione in Mediaset – abbia trascorso la sua giovinezza e poco importa, per la verità, anche se una cosa appare piuttosto evidente. Continua a leggere

Costa Mediterranea, chi l’ha vista?

di Osvaldo Ambrosini.

Nel nostro porto abbiamo da tempo un terminal dedicato alle navi da crociera più grandi del mondo, di quell’armatore, Costa, che scelse Savona come home-port al posto della più grande Genova, probabilmente perché più conveniente. Continua a leggere

L’estate ligure in una foto

di Osvaldo Ambrosini.

Il tappeto rosso ‘donato’ dalla Regione Liguria, oltre ad aver battuto il record mondiale in lunghezza, sarà ricordato anche per essere stato senza dubbio il più criticato di tutta la via Lattea. Sebbene buona parte dei sostenitori del centrodestra si dimostrino favorevoli all’iniziativa, la stragrande maggioranza dei cittadini la criticano, talvolta anche ferocemente. Continua a leggere

Risolto il problema dei turisti low cost in riviera grazie ad un algoritmo

di Osvaldo Ambrosini.

Non è stato semplice ma alla fine incrociando dati anagrafici, dichiarazioni dei redditi e conti correnti, la Regione Liguria è riuscita a sviluppare un algoritmo capace di pubblicizzare il Red Carpet più lungo del mondo soltanto sui personal computer, o più semplicemente su tutti i dispositivi elettronici, della popolazione mondiale con reddito superiore o uguale a 30 mila euro. Continua a leggere

Liguria, Hawaii d’Europa

di Matteo Lai.

Qualcuno sicuramente starà pensando al clima, altri alla vocazione (?) turistica delle due realtà, altri ancora al fatto che tanto il cinquantesimo Stato USA quanto la nostra Regione sono un po’ considerate una sorta di Disneyland turistiche, da chi li visita. Continua a leggere

Liguria, ferragosto: turista non ti conosco

di Matteo Lai.

Il ligure, di suo, non è che sia portato per il turismo. O meglio: amerebbe un turismo d’élite – sul tipo belle epoque – poche persone, selezionatissime e che, soprattutto, spendono un sacco. Purtroppo una sfortunata congiuntura astrale, unita alla deriva dei continenti e alla tardiva industrializzazione italiana, l’hanno posta vicino alle metropoli di Torino e Milano, i cui abitanti sono ben lieti di avere le spiagge che si estendono dalla Spezia a Ventimiglia a poco più di un’ora d’auto. Continua a leggere

Savona e Vado, dove le fabbriche vanno a morire

di Matteo Lai.

Il ligure, di suo, non è portato per il turismo. Vuoi per il caos che comporta, vuoi per i personaggi che questo si porta dietro, ben lontani da quell’upper class britannica con la quale ogni buon savonese e genovese ritiene si potrebbe ben confrontare. È però lo stesso ligure che dagli anni ’50 ad oggi nulla ha fatto per scremare o indirizzare la massa di persone che stagionalmente si riversa in Riviera, né ha fatto pressione per la realizzazione di infrastrutture più adeguate ma – in compenso – ha volentieri smantellato le strutture ricettive ed alberghiere per far volentieri posto a seconde, terze e quarte case. Continua a leggere

Candidati a loro insaputa: cronaca di un confronto

di Osvaldo Ambrosini.

Probabilmente, solo qualche mese fa’ nessuno dei ‘magnifici 7’ avrebbe mai immaginato di ritrovarsi candidato sindaco di Savona. La scelta di ognuno è poi dipesa da vari fattori: voglia di far qualcosa per la propria città, sicuramente, ma anche ordini di scuderia, ambizione personale, diktat di partito ed anche, perché no, convinzioni ideali e ideologiche. Continua a leggere

Savona eye, il mare oltre l’ostacolo

di Osvaldo Ambrosini.

Ricordo anni fa, grazie ad una età sicuramente più adatta alla frequentazione dei luna park, quanto fosse negativa la considerazione della ruota panoramica, giudicata dalla quasi totalità dei giovani un’attrazione noiosa, adatta probabilmente ad un pubblico di persone anziane o di bambini. In effetti restava molto spesso desolatamente ai margini delle scelte del pubblico, non potendo assicurare neppure il minimo sindacale di adrenalina richiesto da una giostra che anche il “ciappilu ciappilu” sapeva garantire. Continua a leggere