I bagni confederati, pacifisti e genovesi… o forse inglesi

Triste destino quello della bandiera confederata, da simbolo della sconfitta dei paesi del sud degli Stati Uniti nella guerra civile americana (coloro che difendevano i privilegi della razza bianca ma soprattutto lottavano per il mantenimento della schiavitù dei neri), a simbolo neofascista dei giorni nostri. Continua a leggere

Piccoli “Borghi” savonesi

Mentre in parlamento abbiamo un affermato economista in quota Lega, Claudio Borghi, famoso per aver definito le sue stesse tesi anti euro delle autentiche boiate, nonché twittarore seriale in grado persino di rispondere al Papa in preda a manie di onnipotenza, a Savona nel nostro piccolo coltiviamo e cresciamo anche noi ‘giovani’ promesse. Continua a leggere

11, 11, 11… il calcio italiano non ricorda

di Osvaldo Ambrosini.

L’11 novembre 1918 il treno speciale del maresciallo Foch entrò nella stazione di Compiegne a nord di Parigi. In una carrozza del treno gli inviati del governo provvisorio tedesco firmano l’armistizio con cui la Germania accettò la sconfitta e nel quale venne decretato il cessate il fuoco, fissato per le 11 del mattino dell’unidcesimo giorno dell’undcesimo mese del 1918. Continua a leggere

Bocciata in storia

di Matteo Lai

Da sempre, una certa parte di destra è specializzata nell’interpretazione delle vicende storiche del Novecento. Tuttavia, in occasione del centesimo anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, Giorgia Meloni – la donna che è riuscita nell’arduo compito di farsi scippare la titolarità del verbo nazionalista a favore di un movimento che fino a ieri era secessionista – dimostra tutta la sua mancata conoscenza della storia. Continua a leggere

Gioco del calcio: la fine è vicina

di Osvaldo Ambrosini.

Sembra che la mano invisibile dell’economia, applicata al mondo del calcio, stia facendo di tutto per allontanare il pubblico dagli stadi ed in generale per far disinnamorare gli appassionati di questo sport. Continua a leggere

Notti magiche

di Matteo Lai.

Come tutti, ho un mondiale del cuore. Uno che mi è rimasto particolarmente impresso. Per molti, sicuramente, è il Mundial dell’82, per i più anziani potrebbe essere Messico ‘70 – quello di Italia-Germania 4-3 e dell’ultima Coppa Rimet -, per i più giovani è sicuramente quello del 2006 e dell’ultima vittoria. Non è così per me. Continua a leggere

Savona-Villingen: 30 anni di gemellaggio, anzi no, 29  

di Osvaldo Ambrosini.

Correva l’anno 1989 quando, ‘regnante’ Marengo, Savona si accordò con la tedesca Villingen – Schwenningen, una città del Land tedesco del Baden – Württemberg di circa 80 mila abitanti, stipulando quello che viene comunemente chiamato gemellaggio. Continua a leggere

Bandiera della Marina tedesca o poster di Scialpi?

di Matteo Lai.

Nell’ormai trita vicenda che vede protagonista un carabiniere di stanza a Firenze e una bandiera di guerra della Kriegsmarine, in uso tra XIX e XX secolo, quello che è mancato è stato un approccio laico alla vicenda, in un Paese da sempre aduso a dividersi in guelfi e ghibellini, in colpevolisti ed innocentisti e – in questo caso – in ‘partito antipolizia’ e ‘partito pro-polizia senza se e senza ma’. Continua a leggere

Savona: quando la rivalità sconfina nell’autolesionismo

di Osvaldo Ambrosini.

Quando la Roma gioca in trasferta la curva sud, cuore del tifo giallorosso, è occupata dai tifosi laziali, stesso discorso, a curve invertite, dicasi quando la Lazio gioca fuori Roma. Accade la stessa cosa a Genova per le gradinate di Genoa e Samp quando le tifoserie, che si identificano nella nord e nella sud, sono impegnate in trasferta per seguire i propri colori. E sembrerà incredibile per qualcuno ma non succede niente di diverso neppure allo stadio Meazza di Milano, la casa delle milanesi Inter e Milan. Per anni è accaduto anche a Torino nella curva Maratona, a domeniche alterne colorata di bianconero, e la Filadelfia, poi Scirea, tinta di granata. Continua a leggere

14 giugno 1940, le prime bombe su Savona e Vado

E’ l’alba del 14 giugno 1940. Sono passati solo quattro giorni da quando Mussolini, acclamato dalla folla di piazza Venezia, ha presentato la dichiarazione di guerra agli ambasciatori di Francia e Regno Unito, credendo alla favoletta della guerra-lampo, raccontata dall’alleanto nazista. Continua a leggere